Il terzo tempo è una delle più caratteristiche tradizioni del mondo del rugby, termina la partita sul campo; fa riunire tutti i giocatori delle due squadre, arbitro compreso, che colgono l’occasione per offrirsi da bere e da mangiare e scambiare opinioni e considerazioni come succede tra amici. Una vecchia consuetudine nata assieme a questo gioco. Per chi non conosce il gioco del rugby può sembrare un’assurdità. Soprattutto se si pensa che, le stesse persone che si sono abbracciate cantando con un boccale di birra in mano, pochi istanti prima non si risparmiavano colpi e furore agonistico. Questo perché, per qualsiasi rugbista, tutto quello che è successo nei primi due tempi fa parte del recente passato. Dopo il fischio dell’arbitro tutto è finito, a prescindere di come sia finita la gara. Quindi il costume vuole che si vada sotto la doccia e poi ci si ripresenta per il terzo atto che conclude definitivamente il match. In qualsiasi impianto di rugby esiste un luogo adibito per il terzo tempo, la “Club House” della squadra ospitante, un vero e proprio pub tradizionalmente vicino al campo da gioco. In questo ambiente, vera e propria base del club di rugby, spesso si ritrovano i tifosi durante la settimana per assistere in compagnia alle partite di rugby trasmesse alla televisione. Nella stramaggioranza del mondo del rugby, il menù preferito è a base di birra e carne alla griglia (barbecue). In Italia prevale la spaghettata, l’importante è che non manchi mai la birra e l’allegria. Il terzo tempo è sia per i professionisti che per i dilettanti.